(a cura di Francesca Lagoteta)
Il 25% dei prodotti alimentari in vendita è potenzialmente falso. Questa è la tesi sostenuta dalla Coldiretti, che ha portato avanti un’accurata analisi dei cibi in vendita nel nostro Paese e che ha lanciato la campagna #stopcibofalso. Ben un prodotto su quattro infatti non riporta la provenienza sull’etichetta, come obbliga invece la normativa vigente. Ciò significa che i cibi di cui non viene specificata l’origine sono potenzialmente dei “fake food”, alimenti contraffatti o imitazioni dell’originale.
Secondo Coldiretti in Italia 2 prosciutti su 3 arrivano da maiali allevati all’estero, ma questo non è scritto sull’etichetta che li accompagna. Stesso discorso per il succo d’arancia: circa 200 milioni di chili arriva da altri Paesi senza però che venga specificato. Sulle etichette infatti sono indicati solo il luogo dove l’alimento viene confezionato e non dove questo viene prodotto, coltivato o allevato.
Gli alimenti maggiormente contraffatti sono i salumi, la frutta trasformata (conserve, marmellate, in scatola), il pane, l’insalata in busta e i funghi in scatola. Buona parte delle contraffazioni arrivano dalla Cina, Paese tristemente noto per le imitazioni dei cibi italiani, e non solo.
Coldiretti vuole sì sensibilizzare gli italiani su questo tema, ma sta cercando anche di fare una raccolta firme da presentare in Parlamento in modo che tutti i cibi in vendita abbiano chiaramente indicata la loro provenienza.