(a cura di Francesca Lagoteta)
Un barattolino da un grammo e mezzo di cannabis light costa dai 20 ai 25 euro. Un kit con terriccio, due semi e vasetto, circa 40 euro.
Servono dieci euro per la tisana rilassante. «Vengono a comprarla anche gli ottantenni» scrive il titolare di uno dei punti vendita di Milano dove è possibile acquistare infiorescenze di cannabis light, semi, tutto l’occorrente per la coltivazione della marijuana fai-da-te e oltre 80 ottanta articoli alimentari dal sapore di marijuana.
Siamo davanti al solito compromesso all’italiana dove tutto è ammesso… anche se è vietato. Spieghiamo.
Le foglie di canapa light, quella con un principio attivo minimo che non supera lo 0,6 è stata legalizzata dalla legge del 2016, e quindi può essere venduta ma solo «ad uso tecnico». In sostanza non si può utilizzare perché «non adatta alla combustione». I semi, invece, che per legge non possono essere piantanti, sono venduti «per collezione». Ma nonostante il grande pasticcio del legislatore, il mercato prolifera. Nel negozio «Domani smetto» in Toscana si sono specializzati in attrezzi per il giardinaggio fai-da te. Terriccio, vasetti semi di qualità. «I semi non contengono principio attivo e quindi si possono vendere ma coltivarli no.
In tutta Italia i negozi specializzati spuntano come funghi, anzi no, come foglioline di marijuana.
È il caso di aggiornare il vocabolario di fronte al “canna-business” che, dal 2005 ad oggi, ha registrato una crescita del 300 per cento!!