(a cura di Francesca Lagoteta)
Oggi siamo ormai abituati ad avere tutto a portata di mano, comprese le vacanze. E così basta accedere a internet per avere a disposizione tutti i voli possibili, gli hotel con le migliori offerte, gli agriturismi con speciali pacchetti vacanze e via discorrendo. Ma se pensiamo a qualche anno fa, come si facevano le vacanze? In altre parole come andavano in vacanza i nostri nonni?
Fino agli anni 50, prima del boom economico per intendersi, le vacanze erano vere e proprie chimere: il nostro era un Paese prevalentemente rurale e pochi potevano concedersi il lusso di viaggiare per svago. Pensate che prima non c’erano televisione e radio e non era difficile che il sabato sera si facesse un giro in bici, si passasse il tempo giocando a carte o raccontandosi delle storie.
Poi arrivarono l’Opera Nazionale Dopolavoro, che, con il cinema, aiutò gli italiani a far passare il tempo. Altri divertimenti erano le partita a bocce, le bevute e le chiacchiere con gli amici.
Fu durante il regime fascista inoltre che venne concepito il Ferragosto così come lo consociamo: il 15 agosto i treni avevano prezzi molto popolari e gli italiani erano così invitati a raggiungere località turistiche e balneari per piccole gite giornaliere. Dopo gli anni 50 poi iniziò ad affermarsi l’idea di tempo libero che è arrivata fino ai giorni nostri e la riviera romagnola divenne un luogo di villeggiatura dove tutti volevano andare per ballare, abbronzarsi e fare nuove amicizie. Poi arrivò il benessere economico,insieme alla televisione e alle auto private e finalmente gli italiani si diedero al turismo. Per una vacanza al mare si sceglieva proprio la riviera romagnola o comunque la costa adriatica, mentre in inverno la classica “settimana bianca” si diffuse negli anni 80, in località come Cortina e il Sestriere.