(a cura di Francesca Lagoteta)
E di sicuro questa notizia riempirà di tristezza tutti coloro che sono da sempre dei suoi estimatori.
Il Consiglio superiore della sanità si è dunque opposto alla vendita di cannabis light. La ragione? Precauzione.
Ci spieghiamo meglio. Secondo il Css non sono ancora stati effettuati abbastanza studi sugli effetti della cannabis su determinate categorie di soggetti, quali future madri, neomadri e anziani.
Il Css ha spiegato le categorie “a rischio”:
«non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l’assunzione inconsapevolmente percepita come ‘sicura’ e ‘priva di effetti collaterali’ si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)».
Il problema è proprio il monitoraggio e il controllo della quantità effettivamente assunta.Dal gennaio del 2017, si era verificato un esponenziale incremento delle vendite e un moltiplicarsi degli smart shop.
Ora le cose dovranno cambiare drasticamente.