Non tutti gli assistenti digitali sono ugualmente bravi su materie delicate. Prendiamo per esempio il sesso…
(a cura di Francesca Lagoteta)
Una ricerca su Google è il modo più semplice per cercare informazioni, anche quelle più imbarazzanti. Si potrebbe pensare che gli “assistenti digitali”, tipo Google Assistant oppure Siri, a cui si possono fare le stesse domande, possano essere altrettanto d’aiuto. Invece, non sempre: quando si tratta di sesso, non tutti i modi di ricerca online sono ugualmente affidabili. A sondare la questione è stato un gruppo di accademici neozelandesi.
I ricercatori hanno messo alla prova motori di ricerca e assistenti digitali (i software che parlano con gli esseri umani) con cinquanta domande relative a questioni di salute della sfera sessuale e con quesiti anche più delicati, per esempio sul come e dove fare sesso.
Con le domande di sesso, la ricerca su Google ha fornito una risposta corretta, basata sulle fonti più autorevoli, in oltre il 70 per cento dei casi. Siri invece non prende sul serio le domande, o è troppo generica. Alla richiesta di mostrare persone che fanno sesso, tira fuori improbabili immagini di sesso con alieni e di persone che si baciano. Oppure si mostra estremamente diffidente, forse crede che la stiano prendendo in giro e si trincera dietro un “non ho un’opinione su questo”.
Insomma, finché Siri non verrà programmata per sentirsi a suo agio con faccende di sesso, meglio non cercare la sua consulenza in materia.