(a cura di Francesca Lagoteta)
Dopo le critiche e le accuse sui rischi legati alla sovraesposizione, sulla Newsroom di Facebook arriva una delle prime conferme ufficiali. Secondo gli studi citati, però, il malessere sarebbe collegato soprattutto a determinati comportamenti.
Qualche giorno fa in un’intervista al Guardian ,un ex dirigente Facebook, ha dichiarato: “Mi sento terribilmente in colpa per il mio lavoro con Facebook. I social media sono strumenti che stanno facendo a pezzi la società”. Una dichiarazione che si univa alle critiche che da tempo vengono mosse alla piattaforma, accusata di essere un veicolo di fake news, di odio e disinformazione. Ora da Facebook arriva un blogpost ufficiale in cui il network ammette che l’uso passivo del materiale pubblicato può “far sentire peggio” le persone.
La dichiarazione di Facebook
Nel post pubblicato nella Newsroom di Facebook e siglato dal direttore della ricerca, David Ginsberg, vengono citati alcuni studi comportamentali che mettono in evidenza come la piattaforma (insieme a Twitter, Instagram e altri social network) possa avere un impatto sul benessere emotivo degli utenti, specialmente se giovani. Chi passa troppo tempo su Facebook, cliccando link in quantità 4 volte superiore alla media o mettendo il doppio dei like rispetto al valore medio, può avvertire un maggior senso di malessere. Tra le attività definite “negative” ci sono il trascorrere tempo sulla piattaforma senza interagire con nessuno e il visitare profili altrui, che produce un effetto di “comparazione sociale negativa”. Alcuni teorizzano anche che la rete allontani le persone dall’impegno sociale nella vita vera. Un altro studio citato prende in considerazione l’impatto degli smartphone sulle relazioni, ridefinite dall’iperconnettività, una condizione che ha portato al fenomeno del “sentirsi soli insieme” e all’aumento della depressione negli adolescenti.