(a cura di Francesca Lagoteta)
Sgombriamo il campo da ogni tipo di fraintendimento: questa notizia riguarda soltanto gli aspetti utilitaristici, economici e lavorativi del fare figli. Risponde soltanto a criteri di efficienza economica e dunque potrebbe sembrare un po’ categorica perché trascura la maggior parte dei motivi per cui si fanno figli.
Fatte queste premesse, i bambini sono costosi. E non solo in termini di pannolini, cibo e asili nido. Per le donne, più che per gli uomini, la combinazione di congedo di maternità (per chi ne può usufruire) e ore impiegate nella cura del piccolo, incidono sensibilmente sulla vita lavorativa.
Qual è allora il momento giusto per mettere al mondo un figlio senza “rimetterci” troppo professionalmente ed economicamente?
La risposta potrebbe arrivare da uno studio.
Secondo i dati della ricerca, la perdita di profitto nei due anni successivi all’arrivo del primo figlio, è inferiore tra chi ha partorito dopo i 31 anni rispetto a chi ha partorito prima. E che nel lungo periodo chi ha partorito tra i 31 e i 34 anni, guadagna di più anche rispetto a chi non ha avuto figli.
Secondo gli autori dello studio le madri over 30 sono molto qualificate perché hanno avuto tempo per investire nella loro carriera. Sono quindi più difficili da sostituire e i datori di lavoro sono propensi a fare sacrifici per evitare che abbandonino l’ufficio. Inoltre, avendo un buono stipendio, sono ben disposte a chiedere aiuto alle baby sitter pur di difendere il loro incarico professionale.
Tuttavia, meglio non aspettare troppo. Innanzitutto perché più si va avanti con gli anni più aumentano i rischi per la salute del bambino. Ma non solo: aspettare troppo non è conveniente nemmeno da un punto di vista economico. Lo studio ha rivelato infatti che chi ha avuto il primo figlio tra i 31 e 34 anni oggi ha un guadagno il 13% superiore rispetto alle donne senza figli. Chi lo ha avuto tra i 34 e i 37 anni ha un guadagno solo il 2% superiore.