(a cura di Francesca Lagoteta)
Un recente studio ha dimostrato che gli uomini non prestano la dovuta attenzione alle etichette presenti sugli alimenti. Ma non è tutto: ad aggravare questo dato c’è il fatto che i più ‘distratti’ in questo senso sono proprio coloro che dovrebbero avere un occhio di riguardo maggiore.
Si tratta di chi è ad alto rischio vascolare, per cui dovrebbe dedicare più attenzione ai parametri nutrizionali dei cibi.
A lanciare l’allarme è una ricerca irlandese presentata all’ultimo congresso della Società Europea di Cardiologia. I dati sono stati raccolti su 200 uomini e donne adulti. Ne è emerso che le donne leggono le etichette nel 65 % dei casi, mentre gli uomini sono solo il 37%.
Insomma, nemmeno il rischio di ipertensione o colesterolo elevato, diabete, sovrappeso e obesità mette in allerta gli esponenti del sesso maschile.
Ecco le parole degli autori dello studio:«Purtroppo tuttora tanti pazienti trovano difficile interpretare le etichette: le considerano confuse e non riescono a ricavarne le informazioni necessarie per fare scelte d’acquisto davvero consapevoli. Prendiamo il caso dei pazienti con il colesterolo alto: ci si aspetterebbe che leggessero quantomeno il contenuto di grassi saturi dei cibi, invece non lo fanno. O, se ci provano, spesso non riescono a capire davvero le informazioni rilevanti: quando è stato chiesto di giudicare se un prodotto-campione avesse livelli bassi, medi o elevati di grassi e zuccheri leggendo l’etichetta, soltanto il 20 per cento ha identificato correttamente che si trattava di un cibo con un contenuto medio di grassi, appena il 14% ha saputo indicare il livello corretto di zuccheri».
Le etichette risulterebbero complesse da leggere, rispetto al più immediato metodo del semaforo. Quest’ultimo, tuttavia, è criticato per il suo essere fuorviante: l’olio d’oliva, ad esempio, nonostante i suoi grassi buoni, per esempio, è contrassegnato dal bollino rosso.