(a cura di Francesca Lagoteta)
Fermatevi un attimo a pensare. Quante volte dite grazie e prego in un giorno? In una settimana? Secondo alcuni studiosi questi due termini si stanno letteralmente perdendo, sono diventati desueti.
Lo studio è autorevole perché arriva dal grande fratello Google che ha esaminato un gruppo di parole, tra cui “grazie e “prego” in 5 milioni di libri tra il 1500 e il 2008 e ha visto che alcuni vocaboli, un tempo di uso quotidiano, sono diventati desueti, se non addirittura sono stati archiviati.
Grazie e prego riguardano, come sappiamo, la buona educazione che a quanto pare si sta perdendo. Altre parole che rischiano di sparire sarebbero: “per favore”, “scusami” e “mi rincresce”.
Impazzano invece imprecazioni, spesso fuori luogo, e un’attenta analisi ha dimostrato che la comunicazione si è molto involgarita e il livello culturale è notevolmente più basso perché l’omologarsi è verso il basso e non verso l’alto.
Lo studio ha delineato una società molto individualista, non attenta al prossimo e competitiva. Le parole più abusate sono “auto”, “mio”, “personalizzato” e “io”, incipit di moltissime conversazioni. Le parole “gratitudine” e “apprezzamento”, sono state ridotte del 49% rispetto a qualche anno fa.
Cosa altro aggiungere? Grazie.