(a cura di Francesca Lagoteta)
La notte del 31 ottobre ormai anche in Italia si festeggia Halloween, parola che sta per “All Hallow’s Eve”, ovvero “vigilia di tutti i santi”, che traeva origine anche dalla ricorrenza celtica di “Samhain”, quando i defunti potevano tornare fra i vivi. Sempre di antiche origini è la caratteristica zucca intagliata, in ricordo dell’irlandese Jack O Lantern, Jack la lanterna, costretto dal demonio a vagare nelle tenebre. Furono proprio gli irlandesi emigrati negli Stati Uniti a portare al di là dell’Oceano queste tradizioni.
In Irlanda si mangia ancora, durante Halloween, il Barm Brack, pan dolce con uvetta, canditi, tè, spezie che nasconde al suo interno un oggettino benaugurante. In Scozia si consuma l’Haggis, insaccato a base di interiora di pecora. Tipica degli Stati Uniti è la pumpkin pie, la crostata con la zucca.
In Messico la festa dei morti è una ricorrenza allegra e si fanno pic-nic sulle tombe, con tanto di dolci pan de muertos (farina, zucchero, scorza di limone) e calaveras (teschi di zucchero). In Guatemala invece si fanno dolcetti di mais nero a forma di teschio e si beve una bibita sempre a base di mais nero.
L’Italia festeggia da poco tempo Halloween, che nel nostro paese è più una festa d’importazione. Nelle nostre regioni si mangia il castagnaccio, il pane dei morti (fichi, uva passa, cioccolata) e le fave dei morti (mandorle, zucchero e uova), soprattutto in Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
La Sardegna festeggiava già una propria festa dei morti, detta Is Animeddas al sud e Su Mortu Mortu al nord. I dolci dati ai bambini sono ossu de mottu (osso di morto, a base di mandorla, zucchero, uova e limone), a cui vengono aggiunti, melagrane, castagne, frutta secca, dolci di miele ed uva passa. La sera del 31 ottobre si lascia un po’ di cibo per “Maria punta boru”, vecchietta che diventa vendicativa se non trova cibo.
In Calabria la specialità sono focacce cotte al forno e fichi secchi.