Stanchi di dover spiegare a tutti che il caos vi aiuta a concentrarvi? Ci sono prove scientifiche in merito.
(di Francesca Lagoteta)
Ci risiamo. Anche oggi avete litigato con vostra madre per lo stato di degrado in cui versa la vostra scrivania (un po’ come tutta la vostra camera). Di nuovo, almeno per la terza volta in una settimana. Ci avete un po’ fatto l’abitudine, ma spiegare ad una persona maniaca dell’ordine che in quel caos c’è tutta l’essenza del vostro genio è davvero una missione impossibile. Specie se si tratta di un genitore.
Ma ci pensa la scienza. Stavolta i ricercatori accorrono in nostro aiuto proprio per sbrogliare la matassa nella storica diatriba tra disordinati e “perfettini” di tutto il mondo.
Ecco il dato che potrete mostrare con orgoglio a mamme, nonne e a chiunque si permetta di osteggiare il vostro modus operandi: secondo una ricerca dell’Università del Minnesota, essere disordinati porta notevoli benefici, almeno sul luogo di lavoro.
Gli studiosi hanno formato due gruppi: al primo è toccato un ufficio estremamente ordinato, all’altro un ambiente pieno di fogli e oggetti sparsi in ogni dove. Risultato? Chi alloggiava nella stanza “del caos” tirava fuori proposte più innovative. Scommettiamo che era proprio quello che avete sempre pensato.
Ordunque, i disordinati sono più intelligenti? Sembrerebbe di sì, anche grazie ad alcune ricerche scientifiche.
L’esperto di neuroscienze Robert Thatcher, ha dimostrato che “la creatività è caotica”. E Steve Johnson ne ha scritto un libro: ‘Da dove vengono le buone idee: la storia naturale dell’innovazione’, dove elogia la gente disordinata definendola come davvero brillante.
Tirando le somme, abbiamo più di una ragione per credere che il nostro disordine sia indice di genialità e non ci resta che esserne lieti. La mamma dovrà farsene una ragione.