(a cura di Francesca Lagoteta)
Se gli americani rinunciassero ad uno dei tre hamburger di carne che, in media, mangiano ogni settimana, si potrebbero eliminare le emissioni di gas serra corrispondenti a 12 milioni di auto circolanti per un anno. Lo rilevano due ricercatori, vincitori di Champions ambiente 2018. I ricercatori hanno lavorato a scomporre gli elementi di base della carne rossa in proteine, grassi, acqua e oligoelementi, per creare un sostituto abbastanza simile alla carne di manzo prodotto interamente dalle piante, con un costo ambientale molto più basso.
I ricercatori sostengono, infatti, che i loro hamburger richiedono tra 75 e 99% in meno di acqua, circa il 95% in meno di terreno arabile e generano circa il 90% di emissioni di gas serra in meno di un hamburger.
Dunque hamburger e patatine fritte, il piatto più consumato nel mondo è anche quello a più alto impatto ambientale. E non basta: secondo la FAO, infatti, la domanda di carne è in costante aumento. Si tratta dunque di pensare a come produrre e consumare carne con minore impatto ambientale. Secondo gli esperti della gestione sistemi alimentari sostenibili delle Nazioni Unite, per il benessere dell’uomo e del pianeta, è necessario, innanzitutto ridurre il consumo di carne proveniente da allevamenti intensivi.