Quando il prezzo finale è troppo basso spesso qualcosa non torna, specie se tra le sue componenti una parte importante è rappresentata dalle tasse perché quelle non vanno mai in saldo. È il caso dei carburanti: benzina e gasolio a prezzi stracciati talvolta nascondono una truffa ai danni dello Stato, ma anche del consumatore che può ritrovarsi nel serbatoio un prodotto non di qualità.
L’allarme, da anni, lo lancia l’Unione Petrolifera che nell’ultima relazione ha fatto un po’ di conti. I prodotti petroliferi garantiscono allo Stato una bella entrata fiscale: nel 2016 circa 38,7 miliardi, con un decremento del 3,7% rispetto all’anno precedente (1 miliardo e 490 milioni in meno). Un taglio dovuto in parte al ribasso di benzina (in media -6%) e gasolio (-9%) e in parte al calo dei consumi. Il risultato è stato anche un forte calo del gettito proveniente dall’Iva (circa 950 milioni in meno, -7,6%). Perché è bene ricordare che sul prezzo della benzina la componente fiscale pesa in media il 64,7% (accise più Iva) e su quello del gasolio il 61,8%, la quota più alta tra i Paesi dell’Eurozona.