(a cura di Francesca Lagoteta)
La cucina non è sempre e solo un luogo adibito ai piaceri della tavola e alla preparazione di succulenti manicaretti. A volte il rischio di vederla trasformarsi in una scena del crimine è proprio dietro l’angolo.
È accaduto nel modenese: una donna di 68 anni era intenta a celebrare la tradizione preparando il ragù (forse in vista del pranzo domenicale) quando è entrata in scena sua figlia 47enne, fedele alla filosofia vegana.
L’odore della carne deve aver messo a dura prova il suo equilibrio, al punto che la donna ha esclamato rabbiosamente: «Adesso ci penso io a farti smettere! Se non la pianti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia!».
Ma la madre non si è lasciata intimorire. Si tratta di una tipica “rezdora”, cuoca provetta della tradizione modenese, disposta a tutto pur di portare avanti i principi della buona tavola di un tempo. Pertanto la signora non si è persa d’animo davanti al pericolo, e ha denunciato la figlia. Sarà adesso il Giudice di Pace a stabilire chi ha torto e chi ha ragione.
Due mondo opposti a confronto: la figlia, disoccupata, ha deciso di sposare uno stile di vita votato alla salvaguardia del mondo animale. La mamma non rinuncerebbe mai all’alimentazione genuina che contempla carne e sughi vari.
La questione sarebbe esplosa nel marzo 2016, quando l’odore del ragù che cuoceva a fuoco lento ha scatenato le ire funeste della donna vegana. L’udienza è prevista per il prossimo giugno, ma speriamo che nel frattempo mamma e figlia trovino un compromesso sedendosi a tavolino, magari con un bel piatto di pasta al pomodoro.