(a cura di Francesca Lagoteta)
Se vi siete già spaventati sappiate che l’applicazione ha un fine nobile: ricordarvi di godere di ogni singolo attimo di vita.
I romani lo chiamavano “Memento mori”…Tradotto: “ricordati che devi morire”.
Quando un generale rientrava a Roma dopo una vittoria, accolto dall’esultanza generale, qualcuno alle sue spalle gli ripeteva questa frase. La ragione? Il generale non doveva lasciarsi travolgere dalla superbia e rimanere umile.
E se vi dicessimo che un’app svolge la stessa funzione di quel monito dell’antichità?
Il principio è lo stesso ma il fine è diverso.
L’app si chiama “We Croak”. La funzione dell’app? Ricordarvi 5 volte al giorno che potreste morire in un qualsiasi momento.
Se avete già storto il naso urlando “brutti uccelli del malaugurio!” o vi siete lanciati in gesti apotropaici poco eleganti sappiate che il fine è nobile.
We Croak invia 5 volte al giorno notifiche per ricordarvi che la morte potrebbe essere dietro l’angolo ma se lo fa è solo per farvi sentire grati di tutto ciò che avete.
Proprio così.
Gli ideatori infatti si sono ispirati al Buthan, regno buddista sull’Himalaya, in cui gli abitanti seguono un detto molto saggio: “Per essere felici bisogna contemplare la morte cinque volte al giorno”.
E in Buthan c’è uno dei tassi di felicità più alti!
I buddisti del luogo hanno persino un indicatore per calcolare il livello di “felicità interna lorda”.
I promemoria inviati dall’app possono essere vari: citazioni legate alla morte (il tema non cambia mai) a volte allegre, altre volte cupe. Gli utenti si ricordano così di godersi la vita e di essere grati per ogni singola cosa.
Capito l’antifona.Ora il punto è: abbiamo davvero bisogno che un’app ci ricordi quanto la vita sia preziosa?