(a cura di Francesca Lagoteta)
Quando si ascolta la propria canzone preferita può capitare di percepire la pelle d’oca. I bulbi piliferi si inturgidiscono e dei brividi percorrono la schiena. Non si tratta di una reazione comune a tutti gli esseri umani. Secondo gli esperti si tratterebbe di una reazione che alcuni sperimentano in reazione a stress o paura, ma anche davanti a esperienze emotive molto forti.
Innanzitutto è bene dire che questo comportamento è un residuo dei meccanismi di regolazione della temperatura corporea appartenente ai nostri antenati. I mammiferi coperti di pelliccia possono trattenere calore grazie a una sorta di strato di aria isolante che si crea vicino alla pelle. Inoltre, oggi la piloerezione è una risposta al rilascio di adrenalina, ma nel passato serviva anche per apparire più grandi agli occhi del nemico.
Le pelle d’oca durante le esperienze piacevoli è legata a una teoria chiamata “percorso di ricompensa“. Mediante un rilascio di dopamina, meccanismo attivato dall’esperienza sensoriale, vengono attivate le stesse aree cerebrali coinvolte nelle condizioni di eccitazione e dipendenza. Altri studi hanno ventilato l’ipotesi che la piloerezione si un derivato della tristezza legato a un altro residuo evolutivo, l’angoscia relativa alla separazione, sensazione ben raccontata da My Heart Will Go On. Altre volte la pelle d’oca è scatenata da uno stravolgimento della melodia che il nostro cervello si aspetta in una canzone. Quando non accade, il sistema nervoso secerne dopamina ed ecco che i peli si impennano con un vero e proprio “orgasmo su braccia”.