(di Francesca Lagoteta)
Nell’immaginario collettivo si tende a pensare che i disturbi legati alla prostata insorgano in età avanzata. Sbagliato: i dati raccolti dalla Società Italiana di Urologia nel corso della campagna di prevenzione #Contrallati del 2017 raccontano tutt’altra storia. Il 10% degli uomini tra i 40 e i 50 anni ha già una diagnosi di ipertrofia prostatica benigna, cioè un aumento del volume della ghiandola che provoca problemi sessuali e di minzione (ma non solo). L’indagine, inoltre, ha permesso di individuare per la prima volta i fattori di rischio associati allo sviluppo di questa malattia: la pressione alta incrementa la probabilità del 50%, il diabete del 57%, colesterolo e trigliceridi alti fino al 37%. Sotto accusa anche la sindrome metabolica, che alza il rischio del 50%, e il fumo (57%).
Prevenire la malattia si può ma è necessario darsi da fare già molto prima degli “anta” attraverso un’attività fisica regolare e un controllo adeguato dei parametri cardiometabolici di rischio. Lo sport risulta particolarmente protettivo proprio nei più giovani, dove riduce la probabilità di ipertrofia prostatica 4 volte di più rispetto agli over 50. È quindi fondamentale modificare lo stile di vita fin da giovani, perché le abitudini sane hanno un impatto positivo su pressione, glicemia, colesterolo ma anche sul benessere della prostata e sulla salute sessuale.