(a cura di Francesca Lagoteta)
Nel nostro Paese si vive più a lungo a seconda del luogo di residenza o del livello d’istruzione: si ha speranza di vita più bassa al Sud, in particolare in Campania, o se non si raggiunge la laurea. È quanto denuncia l’Osservatorio nazionale della Salute nelle regioni.
Dal dossier emerge che le disuguaglianze sono acuite dalle difficoltà di accesso ai servizi sanitari, che penalizzano soprattutto chi ha un livello sociale più basso. L’impatto più significativo si ha sulla capacità di prevenire o di diagnosticare rapidamente le patologie. Il Servizio sanitario nazionale, insomma, assicurerebbe la longevità ma non l’equità sociale e territoriale.
Oggi @OsservaSalute approfondisce il tema delle #disuguaglianze sociali nella salute in Italia. Qui il report completo ➡️https://t.co/PGLyaQkpgW#heath #inequalities #Salute #OsservaSalute
— Osservatorio Salute (@OsservaSalute) February 19, 2018
Le province più longeve d’Italia
Le province più longeve d’Italia, secondo il focus, sono Firenze, Monza e Treviso. Firenze, con 84,1 anni di aspettativa di vita, fa totalizzare 1,3 anni in più della media nazionale. Seguono Monza e Treviso, con poco più di un anno di vantaggio su un italiano medio. Il dato sulla sopravvivenza, poi, mette in luce l’enorme svantaggio delle province di Caserta e Napoli: hanno una speranza di vita di oltre 2 anni inferiore alla media nazionale. In fondo anche Caltanissetta e Siracusa, con uno svantaggio di sopravvivenza rispettivamente di 1,6 e 1,4 anni.