(a cura di Francesca Lagoteta)
Grazie a una proficua collaborazione tra ricercatori del dipartimento di Medicina molecolare e dello sviluppo dell’Università di Siena, dell’Università di Brescia e della britannica University of Manchester è stato possibile giungere alla scoperta di una proteina, denominata Erk5 che, stando a quanto riportato su Pnas, pare essere in grado di favorire la crescita dei tumori e persino di regolarne il grado di malignità. Caratteristica peculiare di questa proteina è quella di facilitare la mutazione dei macrofagi che, a loro volta, appoggiano la crescita delle cellule che ‘impazziscono’ a seguito di tumore.
Per capire meglio il funzionamento di Erk5 è necessario spiegare in che modo il sistema immunitario si rapporta allo sviluppo di un tumore: quando un tipo di cancro cresce all’interno del corpo umano, le nostre difese immunitarie si attivano per eliminare le cellule portatrici di mutazioni dannose. Tuttavia, in alcuni casi può accadere che le stesse cellule del sistema immunitario, come i linfociti T e i monociti/macrofagi, vengano inibite dal tumore e si trasformino in una sorta di ‘collaborazioniste del cancro’. I macrofagi sono pertanto cellule che possono essere riprogrammate quando interferiscono con il micro-ambiente che si sviluppa allorché le cellule sane diventano tumorali, e tale riprogrammazione avviene proprio grazie alla proteina Erk5.
L’eliminazione della Erk5 porta, pertanto, a una conseguente riduzione del numero dei macrofagi e al blocco della loro azione. Ciò sarà possibile prospettando un futuro in cui verranno sviluppati farmaci ad hoc capaci bloccare le cellule del sistema immunitario, i macrofagi, grandi alleati dei tumori.