(a cura di Francesca Lagoteta)
FORSE settemila caffè, come cantava Alex Brizzi sono un po’ troppi, ma di quello preso la mattina non se ne può proprio fare a meno, al punto che se si salta la dose giornaliera, si può rischiare un forte mal di testa. Non è una boutade, ma il frutto della ricerca. La caffeina è uno stimolante che entra in circolo velocemente nel cervello e blocca i recettori dell’adenosina, un neurotrasmettitore con funzione inibitoria responsabile del torpore dell’attività cerebrale.
Se appena svegli beviamo il caffè inibiamo l’adenosina, ricevendo in cambio una sensazione di rinvigorimento, concentrazione e leggera euforia. I benefici sono noti e possono persino migliorare la performance cognitiva durante la guida o una lezione. Da qui il bisogno di caffeina. Ma attenzione, il rischio è l’assuefazione. Se si salta la dose abituale, il cervello, che è allenato a raggiungere un determinato status di reattività dopo averla bevuta, si ritrova in deficit: ci sentiremo stanchi, privi di attenzione, irritabili e a volte persino lunatici. Il sintomo più comune da astinenza da caffeina è un cerchio alla testa che in alcuni casi si può trasformare in emicrania. Il rimedio è semplicissimo: basta bere una tazza di tè o caffè. Ma persino sapere che stiamo per farlo aiuta. Dei ricercatori dell’Università di Sydney hanno infatti dimostrato che è sufficiente un placebo come il decaffeinato, a far sentire meglio chi è in astinenza.