(a cura di Francesca Lagoteta)
Per combattere la voglia delle spose di entrare in chiesa in abiti troppo succinti o scollati, un parroco di Oriago, Mestre, ha pensato alla tassa “volgarità”. Più è scollato l’abito della sposa, più sarà alta l’offerta da lasciare in chiesa. Come riporta il notiziario La Voce della Riviera, don Cristiano Bobbo ha lanciato una provocazione scherzosa: “Potremmo istituire una sorta di offerta da riscuotere in proporzione alla decenza dell’abito della sposa che molto spesso si presenta sguaiato e volgare, inadatto alla circostanza. Così chi più si presenta svestita più paga“.
L’iniziativa nasce dalla considerazione che le nozze sono sempre più considerate un evento e non una scelta matura e condivisa dai componenti della coppia. “Anche l’abito – spiega il parroco – è un segno, la testimonianza di una scelta, un momento della vita destinato a rimanere indimenticabile“. Per il sacerdote “sarebbe importante che le spose facessero comprendere anche attraverso la semplicità e il buongusto del loro vestito la delicatezza, la poesia e la freschezza del momento che stanno vivendo“.