Una ricerca afferma che avere un bambino invecchia le cellule di una donna più del fumo e dell’obesità.
(a cura di Francesca Lagoteta)
Secondo un recente studio statunitense, condotto da un team di ricercatori della George Mason University (Virginia) e coordinato dalla dottoressa Anna Pollack, diventare mamma provocherebbe un considerevole invecchiamento cellulare. Ciò sarebbe dovuto ai telomeri, i ‘cappucci’ che avvolgono l’estremità del cromosoma proteggendolo dal deterioramento: più i sono lunghi telomeri e più le cellule sono da considerarsi giovani e longeve. Ebbene, quando si rimane incinte e si mettono al mondo dei figli si verifica una situazione piuttosto deleteria: i telomeri della madre si accorciano mediamente del 4,2%, il che equivale ad un invecchiamento pari a 11 anni in termini di età biologica.
I telomeri funzionano un po’ come i lacci delle scarpe, i quali sono dotati di punte plastificate allo scopo di evitarne gli sfilacciamenti. Allo stesso modo i telomeri evitano il danneggiamento dei cromosomi, allo scopo di impedire che i filamenti del DNA e le nostre cellule si alterino negativamente. Con il tempo, tuttavia, è inevitabile che ciò accada e quando si verifica molti sistemi potrebbero non essere più efficienti: tra questi il sistema immunitario e quello cardiovascolare. In sostanza, la lunghezza dei telomeri garantisce un invecchiamento rallentato; si capisce dunque perché lo studio americano rischia di far preoccupare notevolmente le donne che desiderano dare alla luce dei figli. Basti pensare che l’effetto della maternità sui telomeri è persino maggiore di quello di fumo e obesità, secondo quanto dimostrato da altre ricerche.