(a cura di Francesca Lagoteta)
La domanda, se navigare sul web al fine di trovare un’avventura costituisca – oppure no – un tradimento a tutti gli effetti, oggi ha una risposta. E la risposta è “sì“. Per farla breve, al di là di ogni tangibile rapporto (e ragionevole dubbio) navigare su siti nati per stabilire relazioni e cercare avventure (che siano occasionali oppure no) quando si è ancora sposati, costituisce a pieno titolo una forma di tradimento all’interno del matrimonio.
Lo ha stabilito la Cassazione respingendo il ricorso di un ex marito di Bologna. I fatti. LEI scopre LUI che naviga su un sito per incontri, mentre – manco a dirlo – sono ancora sposati. LEI a questo punto prende armi e bagagli e dice addio al marito. Dopo il divorzio, arrivano gli alimenti per la moglie, ormai ex. Ma LUI non ci sta: ricorre fin che può, sostenendo l’abbandono del tetto coniugale di LEI oltre al fatto che sempre lei, la ex in questione, sarebbe più giovane di lui (e pure benestante). Insomma, questi 600 euro al mese non le spetterebbero. Ricorso respinto. Il tradimento è sempre: anche quando lo si cerca senza magari trovarlo. La motivazione?
“Una circostanza oggettivamente idonea a compromettere la fiducia tra i coniugi e a provocare l’insorgere della crisi matrimoniale all’origine della separazione.”
