Nato a Chicago, Robert Francis Prevost è il 267º pontefice della Chiesa cattolica. Il prossimo 14 settembre compirà settant’anni. È il secondo Papa proveniente dal continente americano e il primo nella storia dagli Stati Uniti d’America.
Il pontefice è stato eletto al quarto scrutinio nel pomeriggio dell’8 maggio 2025 precisamente alle ore 18:08. Una fumata bianca arrivata un’ora prima del previsto, sinonimo di una chiesa unita, come si è detto. Dal 1900, questa, è la quinta volta di una elezione in due giorni di conclave: prima era successo a Pio XII poi a Giovanni Paolo I e a seguire Benedetto XVI e Francesco.
La cosa che non è passata inosservata è stata sicuramente l’emozione che si è potuta leggere negli occhi e sul volto di Papa Leone XIV quando, affacciandosi alla loggia delle Benedizioni del palazzo apostolico, ha salutato le migliaia di fedeli in Piazza San Pietro. Un’emozione che lo ha reso umile, umano e autorevole al tempo stesso. Forte è stata la commozione anche per la sua famiglia, il fratello John Prevost, ex preside di una scuola cattolica, dice “è stato un shock, non ci credevo, poi il telefono è impazzito con le mille telefonate“.
Il più giovane di tre figli, cresciuti da un padre sovrintendente scolastico e una madre bibliotecaria alla periferia sud di Chicago, Papa Leone XIV appartiene all’ordine degli agostiniani e può vantare una lunga esperienza missionaria in Perù. È stato il primo pontefice ad aver letto un discorso scritto, i suoi predecessori infatti erano soliti parlare a braccio e, diversamente da Papa Francesco, ha indossato anche la tradizionale “mozzetta” rossa, una mantellina corta, chiusa sul petto da una serie di bottoni.
Un Papa, si è detto, che è il giusto compromesso in un mondo chiamato oggi come non mai a creare ponti anziché distruggerli.
Ma perché Papa Leone XIV ha scelto proprio questo nome?
Leone è un nome che richiama Papa Pecci (Leone XIII) il papà che promulgò la Rerum Novarum, l’enciclica che rappresenta il documento fondativo della Dottrina sociale della Chiesa.
L’ultimo ad aver portato quel nome fu proprio Papa Pecci nel 1878 che con la Rerum Novarum affrontò i diritti e i doveri del mondo del lavoro e di quello del capitale. Una scelta quella di Prevost che potrebbe segnalare una decisa attenzione verso le sfide sociali ed economiche del presente dando così continuità ideale al pensiero del suo predecessore.
Di Francesca Russo

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